traduzioni legalizzate in serbo – croato

 

Traduzione e legalizzazione in Serbo – Croato di documenti, certificati di nascita, certificati di matrimonio, permessi di soggiorno, passaporti, patenti a Milano

agenzia accreditata presso il tribunale di Milano

Kasakova Traduzioni esegue traduzioni dal Serbo – Croato o verso il Serbo – Croato di documenti di ogni tipo, procedendo alla legalizzazione degli stessi presso il tribunale di Milano. Per le necessità dei cittadini serbi, croati, bosniaci o montenegrini che abitano in Italia, come sia per i serbi o i croati che hanno sposato un cittadino italiano, vi è la necessità di far tradurre i propri documenti personali, che sia il proprio passaporto o carta d’identità, un certificato di nascita o di matrimonio. I lavoratori serbi, croati, bosniaci o montenegrini possono altrettanto richiedere la traduzione e legalizzazione del proprio diploma o laurea, conseguiti in Serbia, Croazia, Bosnia o Montenegro che possano essere richiesti in Italia dal proprio datore di lavoro. Per coloro che lavorino nei trasporti o come autisti, è richiesta la traduzione legalizzata  in italiano della propria patente.

Kasakova Traduzioni offre un servizio di traduzione e lagalizzazione documenti in bulgaro rapido ed affidabile, eseguito da traduttori madrelingua. La legalizzazione viene eseguita presso il tribunale di Milano.

 

Il nostro ufficio si trova a pochi metri dal tribunale stesso, in via Pietro Calvi 19, vi invitiamo a passare a trovarci o a chiamare o altresì scriverci per le vostre richieste, anche urgenti.

Il serbo – croato è stata la lingua ufficiale della Jugoslavia, paese che nel corso del ventesimo secolo ha racchiuso dentro i propri confini diversi popoli, appunto gli slavi del sud, tra cui i Serbi, i Croati, i Bosniaci, gli Sloveni ed i Montenegrini. Fino alla seconda guerra mondiale il paese fu una monarchia, mentre in seguito, seguendo la guida del carismatico ex capo partigiano Josiph Broz, detto “Tito”, il paese divenne una Repubblica Federativa Socialista. In seguito alla dissoluzione della Jugoslavia, accaduta in modalità pacifica per la Slovenia e costata una sanguinosa guerra fratricida nel territorio della Bosnia nel 1992, ogni paese dichiarò la lingua di stato coincidente con la denominazione etnica: serbo per la Serbia, croato per la Croazia, il bosniaco per la Bosnia – Herzegovina ed il Montenegrino per il Montenegro. De facto le differenze tra le “varianti” adottate all’interno dei nuovi confini nazionali risultano minime, ed in ambito linguistico l’idioma viene tutt’ora riconosciuto come “serbo – croato“. Un esempio delle principali differenze che possono intercorrere è ad esempio che, mentre il Croato viene scritto utilizzando l’alfabeto latino (forse anche per la maggiore vicinanza data dal cattolicesimo praticato dai croati all’ ex impero Austroungarico e alla mitteleuropa); il Serbo viene scritto tutt’ora utilizzando l’alfabeto cirillico, marcando una maggiore identificazione al mondo slavo ed ortodosso. Sussistono tuttavia semplici differenze in parole di uso comune, alcuni esempi:  mille in croato è “tisuca”, mentre in serbo è “hiliada”, pane in croato è “kruh”, mentre in serbo è “hleb”, musica in croato è “glazba”, mentre in serbo è “muzica”, vicino in croato è “susjed”, mentre in serbo è “komsija”, storia in croato è “povijest”, mentre in serbo è “istorija”, persona in croato è “osoba”, mentre in serbo è “lice”. Ad oggi risiedono in Italia circa 20.000 croati, per lo più concentrati nelle regioni settentrionali d’Italia, come il Veneto. I serbi residenti in Italia sono circa 30.000, con una folta comunità a Trieste, la città italiana porta verso il mondo slavo.

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